Percorrendo la via Matteotti, già Via Grande, ci si imbatte nell'Arco dei Caduti, monumentale costruzione in marmo eretta nel 1930.
Poco oltre è possibile raggiungere il Palazzo del Monte di Pietà e dell'Archivio Notarile, un edificio del 1782, eretto secondo il progetto di Giovanni Callegari sull'area un tempo adibita a luogo di sepoltura, il cimitero ai san Biagio.
Dal 1339 il palazzo ospita la Pinacoteca Civica, dove si conserva tutto il materiale artistico recuperato in seguito alle requisizioni napoleoniche, tra cui il maggior numero di dipinti del Guercino e dei suoi seguaci, unitamente a sculture e quadri di altri autori di grandissimo valore.
La Pinacoteca Civica. Derivato da enti religiosi soppressi e da grosse donazioni di privati, come i ventuno dipinti del Fondo Chiarelli. confluiti nella pinacoteca nel 1842, il fondo della Pinacoteca Civica di Cento ha visto accrescere il proprio prestigio grazie al famoso lascito del marchese Pio Rosselli Del Turco, avenuto nel 1945: 53 affreschi del Guercino provenienti da Casa Pannini e staccati da questa verso il 1840.
Si tratta di un'opera davvero imponente, alla quale collaborarono, attorno al 1615, anche Lorenzo Gennari e Pier Francesco Battistelli: la segnalazione degli affreschi nella loro collocazione originaria ci proviene da Orazio Camillo Righetti Dondini che nel 1768 ne annotò la disposizione stanza per stanza.
Tra le altre opere collocate nella pinacoteca troviamo affreschi di cappe di camino, una decina di tele con soggetti sacri provenienti dalle chiese del territorio, una pala di Ludovico Carracci raffigurante la "Madonna col Bambino, i Santi Giuseppe e Francesco con committenti", una "Annunciazione" di Ubaldo Gandol? (1728-1781), un gruppo ligneo di autore ignoto del Quattrocento e un corposo insieme di opere rappresentative della scuola pittorica centese: i Gennari (Bartolomeo, Ercole, Benedetto il Vecchio e il Giovane, Giovan Battista, Cesare e Carlo), i Ficatelli (Giuseppe Maria, Paolo Antonio, Stefano Felice), Giambattista Cremonini e Marcello Provenzali.